Un nuovo parco in riva al Po
Introduzione
Tra San Mauro e Settimo Torinese, passando dalla strada secondaria
che porta alla statale 11, nel territorio demaniale di pertinenza
del comune di Settimo Torinese, grazie alla disponibilità
dell'Ente Parco Settimo è nato un nuovo parco, un'ampia area
attrezzata tutt'ora in costruzione, ricavata sulla sponda sinistra
del Po, in una zona che in precedenza era boscosa e selvatica.
Sono stati abbattuti molti vecchi alberi, sono stati ripuliti ampi
tratti di terreno incolto e infrascato, e sono state messe a dimora
decine di nuovi alberelli, tracciati sentieri, sistemate panchine,
zone per picnic e barbecue, costruiti ponti ed un capanno per
birdwatching, sfruttando il laghetto risorgivo preesistente.
Dal punto di vista di chi ama la fotografia il capanno non è
molto funzionale, infatti le cerniere delle ante nella parte superiore
costringono ad infilarsi in piena vista tra l'anta stessa (abbastanza
pesante, tra l'altro, e senza possibilità di tenerla sollevata)
ed il battente, e ci si trova ad avere davanti all'obiettivo la balaustra
che circonda l'intero perimetro, senza peraltro avere alcun davanzalino
come appoggio di emergenza per la macchina fotografica o il cannocchiale,
o più semplicemente per i gomiti in sostituzione del cavalletto.
Anche la posizione non è ideale, molto sopraelevata rispetto al
livello dell'acqua, ma chi abita in zona sa bene cosa può
succedere durante le piene del Po, per cui purtroppo a questo non
c'è rimedio.
Completano la coreografia un paio di fontane rotonde, circondate da
un passaggio sovrastato da un pergolato in legno dove gli attualmente
acerbi rampicanti potranno dare ombra agli accaldati ed abbellire il
portico un po' scarno e di taglio modernista.
Nelle fredde mattinate invernali, la brina ricopre tutto, e se si ha
la fortuna di incontrare una bella giornata, la luce rosata del sole
poco dopo l'alba crea un'atmosfera quasi irreale.
Se da un lato tutto questo è positivo perchè porta ad una
riqualificazione della zona, dall'altro le molte specie di selvatici
già presenti in precedenza nel loro habitat naturale, ora si
trovano a dover affrontare la presenza umana, gente che passeggia,
bambini che giocano, patiti del jogging e della bicicletta, cani in
libertà, tutte fonti generatrici di rumori molesti, che per loro
rappresentano un potenziale pericolo e fonte di paura.
Una discreta colonia di aironi e cormorani (tanto per citare due specie
relativamente timide) si sta trovando a dover fare una scelta, ovvero
se ridurre il suo spazio vitale, ritirandosi più a valle o nella
stretta fascia di terreno non addomesticato, e adattarsi alle incursioni
umane, oppure migrare altrove.
Anche se ci sono ancora ampi margini di tolleranza, è possibile
che la selezione naturale porterà ad una riduzione della
popolazione avicola attuale, in quanto la maggior densità per
alcune specie porterebbe a situazioni insostenibili in natura.
Per ora mancano ancora cartelli e segnaletiche, mentre sarebbe utile
educare fin da subito i fruitori del parco al corretto uso delle zone
di birdwatching (silenzio, colori mimetici, movimenti lenti... siamo
a casa d'altri, cerchiamo di non disturbare le
loro abitudini,
e saremo premiati da una varietà di avvistamenti).
I vandalismi e i comportamenti più a rischio vengono comunque
scoraggiati da un servizio di pattuglia di guardie del parco e di
guardie ittiche.
La cronaca - Prima parte - L'incontro
La cronaca - Seconda parte - Il risveglio del parco
Novembre 2005